Il Camino di Santiago: Alzati dal lettino e mettiti in cammino

Come forse avete letto, Wise Walker nasce nel 2019, da un momento di difficoltà personale forza 9, non sapendo, ovviamente, cosa riservasse il 2020 per me e per il mondo intero.

A febbraio 2019 ho avuto la certezza che era giunto il momento di partire per “tornare a casa” ovvero di trovare un po’ di risposte ai miei “boh” e ai miei “perché” esistenziali.

Quell’anno, il ritorno a me, l’avrei fatto in modo diverso: non mi sarei rimessa sul lettino (del mio psicologo) ma mi sarei messa in cammino da sola sul Camino di Santiago con i suoi 880 km da Saint Jean Piè de Port (SJPDP) a Finisterre, nel pieno della calura agostana.

Quei 25 giorni trascorsi ininterrottamente in cammino si sono rivelati il più potente viaggio dentro a me stessa che la vita mi abbia offerto.

A circa due terzi del viaggio ho pensato che tutto quello che stava accadendo meritasse di essere messo nero su bianco per essere condiviso e per far si che, chiunque, nella natura, verso Santiago ma non solo, potesse ricevere quello che io stavo ricevendo.

Tuttavia, come prevedibile, al rientro sono stata catapultata nell’ingranaggio infernale dei ritmi e delle abitudini professionali e sociali e l’idea di un piccolo pamphlet è rimasta solo come chiacchiera da caffè e piccolo sogno nel cassetto pronto per essere dimenticato.

C’è voluta la Pandemia Mondiale COVID 19 con la sua inimmaginabile e disorientante immobilità e contrazione delle nostre libertà e tra queste l’uscire, l’incontrare amici, il passeggiare, … a darmi l’impulso di resistere con generatività.

Ho deciso di dar gambe e voce a una frase che avevo letto, su una porta di un’abitazione durante il cammino, una volta lasciata la città di Santiago in direzione Finisterre: “There is a crack in everything that’s how the light gets in[1]”.

Questo “crack”, questa crepa che separa la vita prima del Covid 19 e la vita durante e dopo il Covid 19 (mentre sto scrivendo siamo a poco più di un anno dall’inizio) è diventata un’incredibile occasione per far entrare la luce.

Scrivere “Da Freud a Santiago” è stata la mia libertà. Zaino in spalla, con l’essenziale e partire. Le pagine bianche come un sentiero appena intrapreso, una tappa ogni giorno, con in mente solo, l’arrivo ovvero la mail, con la versione finale, all’editore che aveva deciso di appoggiarmi.

Mentre giungevo a Santiago il 17 agosto 2019 canticchiavo tra me e me il ritornello di una canzone della mia generazione ma in realtà senza tempo…  “take a walk on the wise side, I said, hey honey , take a walk on the wise side ……..Doo, doo-doo, doo-doo, doo-doo-doo doo, doo-doo, doo-doo, doo-doo-doo”[2] …. non mi ero accorta che avevo sostituito il termine WILD con WISE.

La mia anima aveva già capito tutto.

Santiago e tutti i cammini che di lì avrei fatto mi avrebbero permesso di camminare nella “zona saggia”. Quel giorno è nato Wise Walker


[1] Ho scoperto che la frase è letteralmente inserita in una canzone “Anthem” dell’album The Future di  Leonard Cohen (1992)

[2] “Walk on the wild side” dell’album Trasformer di Lou Reed ( 1972)

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